Scienza e religione




Cosa significa per me e per gli altri? Che fondamentalmente ho ricevuto una formazione scientifica, che adoro scoprire cose nuove, risolvere i problemi e aprirne di altri. Che la bellezza della natura spesso non è solo mistero e contemplazione ma spiegazione e previsione. Quello che per anni si credeva un fenomeno soprannaturale viene descritto da nuove formule o esperimenti. E la storia insegna che ogni volta che si chiude una porta, se ne apre un’altra. Per me la religione è stata accompagnata dal concetto di quello che viene spesso descritto come un processo di gestione dei rapporti umani. Ma dentro di me, da sempre, ho sempre sentito quello che viene chiamato “sentimento religioso”, fatto di un mix di trascendenza, di impotenza, di intuizione. Per me quindi il cammino umano sulla Terra è sempre stato un “cammino”, un percorso di singoli nel contesto di un viaggio di tanti nella storia.

La seconda informazione è che ho avuto una esperienza di pre-morte.

Un incidente stradale, avevo poco più di venti anni. Per giorni non ci credevo, cercavo di analizzarlo da un punto di vista scientifico, non sapevo se raccontarlo a qualcuno. Temevo di essere deriso.

Il distacco dal corpo, la sensazione di simultaneità degli eventi. Fenomeni ben descritti da molti e da molto tempo, di ogni età, cultura, provenienza geografica. Per me è stato devastante. Nonostante abbia continuato nella mia carriera da “scienziato”, ho maturato giorno dopo giorno un desiderio di contribuire a capire, senza pregiudizi e senza arroganza, unendo intuizione e organizzazione nella ricerca, perché le sensazioni che avevo provato mi facevano paura e mi attraevano allo stesso tempo.

Al momento in cui scrivo ho 47 anni. Ho continuato dentro di me a ricercare, a studiare, a investigare il mistero della natura umana e del suo ruolo nella storia e nell’universo. Cercando di mescolare con attenzione la passione e la ragione, il sentimento religioso con il rigore scientifico. Recentemente questo mio travaglio ha subito una accelerazione dovuta, forse, a coincidenze inaspettate e legate a persone e fatti che mi hanno suggerito di legare insieme molte sensazioni con tutto quello che viene considerato “scienza”.

Una di queste coincidenze inaspettate è stata l’ultima enciclica di Papa Francesco, “Laudato si”.

Leggendola, ho riscontrato molti parti che direi “tecniche”, con molti riferimenti scientifici. Ho anche, forse, riconosciuto alcune mani che hanno fornito supporto a scriverla, nel senso che nel mio campo a volte mi imbatto in persone che so essere vicine alla Chiesa e che sono anche scienziati riconosciuti. Spesso, ahime’, questi presunti scienziati parlano solo di quello che a oro interessa e in modo troppo parcellizzato, perdendo secondo me la visione di insieme. Mi sento di dire quindi che la parte scientifica della enciclica non è emozionante, come invece altre parti che trasmettono maggiormente quello che un lettore, come, me si aspetta da quel tipo di documento: un messaggio dritto al cuore per dare motivazione alla mente.

E quindi, mi sono ritrovato a pensare al rapporto chiesa-scienza e nella rinnovata difficoltà di dialogo e armonia tra esse scaturita qualche centinaio di anni fa.

La chiesa parla al cuore, ma anche la scienza può. Ma quest’ultima deve essere umile da poter volare, poter rischiare di dire cose che al momento non sono provate ma che potrebbero indirizzare tutti gli uomini verso comportamenti virtuosi. Sembra una contraddizione, ma di seguito spero di spiegare cosa intendo.

Nella mia ignoranza, cerco di elencare le massime divergenze tra un approccio basato sulla fede e uno sui fatti, identificando quelle che mi hanno stimolato una riflessione profonda su possibili punti di convergenza e armonia. Ribadisco che la scienza, per come la vedo io, ha sempre descritto il mondo per come è fatto sulla base di evidenze basate su esperimenti e formule, ma fino a “prova” contraria. Ovvero le convinzioni sono cambiate nella storia in funzione di nuove scoperte, esperimenti, uomini che hanno fornito spiegazioni plausibili nel proprio tempo e locazione geografica. In pratica, la differenza storica tra Savonarola e Keplero è enorme, ma forse un dettaglio se inseriti in un contesto che vuole cercare di unire, e non dividere, approcci, culture, visioni.

Quanto sto per scrivere può sembrare visionario o vaneggiante, in funzione dei punti di vista, ma ha molti riscontri storici e scientifici.

Primo fra tutti, e scoperto da parte mia solo di recente, è quanto contenuto del libro di Carl Gustav Jung “La sincronicità”. Jung parla principalmente di sincronicita’ come coincidenza temporale di eventi non legati da rapporto causale ma che hanno un nesso o analogo contenuto significativo, affiancando al concetto di spazio-tempo-causa quello di nesso acausale. Parla quindi della presenza di un sapere assoluto non mediato da alcun organo sensoriale che caratteristica il fenomeno sincronistico, che non presenta un carattere di regolarita’ generale e dimostrabile. Si percepisce nel mondo una disarmonia delle cose tanto quanto si e’ sorpresi della loro armonia occasionale. La sincronicita’ sembra dominare non il macrocosmo ma fatti psichici e che si svolgono principalmente nell’inconscio. Giusto un inciso, Jung era intimo amico del famoso fisico Wolfang Pauli e ha avuto una esperienza di pre-morte.

In pratica, per come lo interpreto io, la relazione tra oggetti in una dimensione spazio-tempo viene affiancata da una relazione legata al nesso, al fine, alla teleonomia, come veniva chiamata da Jacques Monod nel suo libro “Il caso e la necessità”. Quindi, se parliamo di particelle, abbiamo spazio-tempo e causa-effetto, se parliamo di “altro”, abbiamo sincronicità.

Se questo “altro” lo chiamiamo onde e sincronicità lo identifichiamo nel fenomeno quantistico, basato sulla descrizione delle particelle come onde, dell’entanglement, le cose cominciano ad suggerire nuove riflessioni. L’entanglement prevede trasmissione di conoscenza e non di informazione, e quindi anche a velocità maggiori di quella della luce. Se inoltre pensiamo al fatto che nel diagramma spazio-tempo di Einstein la luce agisce come separatore tra chi possiede massa e i cosiddetti superluminari, possiamo aggiungere che a tuttoggi la gravità assume un ruolo speciale rispetto alle altre forze. In ultimo, le ipotesi del matematico Roger Penrose che il cervello umano possa agire attraverso fenomeni quantistici, poi confutate, o alla presenza di micro buchi neri, apre ad una fantascienza che lega cervelli, stelle, big bang e buchi neri.

Se inoltre pensiamo al fatto che l’indeterminazione della perdita di informazione nei buchi neri e’ complementare a quella nella teoria quantistica (come Hawkings stesso afferma) e che nel big bang lo spazio-tempo e’ stato “generato” dopo una fase in cui non si sa come descrivere alcunché e che tutto viene associato alla luce-energia, molti percorsi di scienza e religione potrebbero essere considerati paralleli ma non in disarmonia.

Le funzioni d’onda non descrivono la realtà, ma una conoscenza che permette di prevederne l’evoluzione. Se esiste una sola funzione d’onda iniziale, il resto e’ decoerenza misurata dall’interno del sistema.

Veniamo quali, solo e semplicemente accennandole come parole chiave, lasciando al lettore riflessioni ulteriori.

Religione / scienza
Creazionismo / evoluzionismo
Campo scalare / vettoriale
Libero arbitrio e predestinazione / Decoerenza e entanglement
Luce e anima / Luce e massa zero
Omnipresenza / funzione d’onda
Archetipi / entanglement


P.F. Moretti: La luce, l'entanglement, le esperienze di pre-morte

Wormholes e buchi neri
Awareness during Resuscitation
Quantum mind
Diagramma spazio-tempo